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1905 I merletti della "Aemilia Ars", Regina, 31 gennaio, pag. 38-41, Ugo Pesci

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I  MERLETTI  DELLA  "AEMILIA ARS"

 
L'intelletto di una signora colta, unito allo spirito filantropico di lei, è capace di far miracoli; fra gli altri quello di risuscitare antiche forme d'arte ingiustamente dimenticate.
 
Donna Adriana [Andriana ] Marcello, la tanto rimpianta gentildonna veneziana, per la quale S.M. la Regina Madre aveva tanta predilezione, mossa dal desiderio di giovare al prossimo, ed insieme da un sentimento di finissimo gusto artistico, richiamò in vita l'antica industria veneziana dei merletti, la quale oggi prospera con non poco vantaggio di molte operaie.
A Bologna la contessa Lina Cavazza Bianconcini ha fatto qualcosa di simile.
Essa era spesso pregata di procurare lavoro a qualcuna delle molte giovani uscite da orfanotrofi od altri istituti di beneficenza, nei quali s'impara molto bene il cucito ed il ricamo. Pensò che sarebbe stato molto utile insegnare a quelle giovani il merletto a punto antico, e particolarmente "il punto a reticella" che può servire ai merletti più fini, e può altresì andare unito al "punto reale" sulla biancheria di ogni genere.
 
Così ebbe origine nell'«Aemilia Ars» la sezione merletti e ricami a punto antico, la quale ha preso in poco più di tre anni tale incremento da assorbire quasi intieramente tutta l'attività sociale.
La contessa Cavazza incominciò, nell'autunno del 1899, ad insegnare il punto a reticella ad alcune ragazze, scelte tra le più povere, tenendole riunite in casa sua due ore per giorno.
Le più pronte ad imparare diventarono presto le maestre di altre ragazze, e con questo metodo di mutuo insegnamento il numerodelle giovani abili nel ricamo a punto antico aumentò in città considerevolmente, in pochissimo tempo.
Fuori di città, la contessa Cavazza insegnò il punto a reticella alle maestre elementari, ed alle monache le quali hanno scuole. Dalle maestre e dalle monache fu insegnato il punto antico ad alcune ragazza e da queste ad altre loro compagne.

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