Maria Losi Garagnani (1904-1989) - Donne a Bologna - 1987

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Nel 1987 uscì il testo:

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A pag. 88 un articolo, di Amelia Cicatelli, dedicato a:

Maria Losi Garagnani e l'Aemilia Ars.

C'era una volta a Bologna un giardino che fioriva dalle mani di esperte merlettaie, sotto la guida appassionata e gentile della Contessa Lina Bianconcini Cavazza e la direzione artistica di Alfonso Rubbiani. Ne uscivano tovaglie, cuscini, paralumi, che arricchivano i corredi delle spose bolognesi e gli altari delle chiese. Il filo sapiente disegnava intrecci geometrici che ricordavano l'antico reticello, da cui l'Aemilia Ars è nata, oppure fiori d'ogni genere ispirati al nuovo stile Liberty, progettati dalla "gilda" di Alfonso Rubbiani. Ma due guerre mondiali e la scomparsa dei due maggiori animatori (il Rubbiani nel 1913 e la Cavazza nel 1942) avevano portato a decadenza e quasi distrutto una tradizione prettamente bolognese, che aveva trionfato all'Esposizione di Torino del 1902 e in altre successive ed era stata resa nota dal magnifico libro di Elisa Ricci del 1929.

 

Ci voleva molto coraggio ad assumersi il peso della ricostruzione e il rischio di proseguire. Questo coraggio l'ebbe nel 1945 Maria Losi Garagnani, spinta, dopo un mese di esitazioni, dal marito Aristide, appassionato di cose bolognesi di cui non accettava la fine.

La sua passione per il ricamo, che fin da giovane l'aveva spinta ad incantarsi davanti al negozio che sarebbe diventato suo, fece il resto e l'antico ambiente, arredato ancora in stile floreale e arricchito da meravigliosi campioni dell'arte dell'ago, ebbe vita nuova per la perseveranza, il gusto e l'estro di Maria. Furono abbandonati i disegni floreali creati per l'Aemilia Ars e fu privilegiato lo stile rinascimentale, derivato dagli antichi esemplari raccolri dalla contessa Cavazza. Con l'aiuto della disegnatrice Anna Ferrarini e di una schiera di abilissime merlettaie, ora decimata dagli anni, l'antica arte ebbe vita nuova e il negozio di via Farini è ancora un nido di cose raffinate, unico e frequentato anche dalle donne straniere con grande ammirazione. Maria Garagnani prosegue ancora coraggiosamente e soprattutto appassionatamente la sua opera, anche dopo che, per la morte del marito, ha dovuto sobbarcarsi il peso della parte amministrativa. Tutta la sua vita è lì, ma non manca di fare in modo che la conoscenza dell'Aemilia Ars si estenda in Italia e all'estero: ha allestito tante mostre, di cui citiamo solo alcune: due a MIlano, una in Belgio, paese di raffinatissimi merletti, in cui ottenne il 2o premio; il 2o ottenne pure a Orvieto, patria di un caratteristico lavoro; una a Genova; a Bologna per due volte partecipò alla mostra delle tavole imbandite, dove il suo gusto sicuro ebbe modo di esplicarsi in tutto il suo splendore; sempre a Bologna quella del Liberty del 1977 fra i documenti di un'epoca; ultima quella di Burano del 1984, dove l'Aemilia Ars ebbe una sezione tra i Cinque secoli di merletti europei. E ancora oggi, se non si fanno che raramente per ragioni economiche i grandi lavori, il negozio è frequentato in occasione di nascite, matrimoni, feste, perché un regalo di Aemilia Ars è sempre un "unicum" delicato e gentile che testimonia il valore del lavoro artigianale e il gusto del donatore.

Il negozio di via Farini si frequenta anche come un museo per gli oggetti preziosi che racchiude nelle sue teche e che Maria Garagnani non venderebbe, come suol dire, "neppure se fosse alla fame". E chi vuole anche imparare può frequentare la scuola sotto la guida della maestra Bice Lami: la favola non è finita.

A.C. (Amelia Cicatelli)

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