Felice 2012!!!!

Indice articoli

Il successo del nostro regalo di Natale ci ha spinto a fare un altro regalo, per augurare a tutti quelli che ci seguono, anche se in ritardo, un:

felice 2012 !

Figura-0

Alcune insegnanti della Scuola del Sacro Cuore
(ringraziamo, per questa foto, Barbara Cantelli)

 

La Scuola del Sacro Cuore lavorava per l'Aemilia Ars ma anche per privati che ordinavano semplici manufatti, illuminati qua e là da piccoli trafori. Non stupiscano quindi i tanti disegni geometrici: secondo quanto raccontava Antonilla Cantelli, spesso, per arrotondare, le ragazze più brave, più svelte, più volonterose, avevano la possibilità di lavorare, a casa propria, proprio su semplici tracciati.

- Quanto, quanto geometrico ho fatto ! - raccontava Antonilla, facendoci capire che non l'aveva fatto troppo volentieri.
A lei piaceva l'ornato perché – e qui interpreto – artisticamente parlando, dava più soddisfazione.

Ci è stato chiesto di pubblicare anche disegni facili da eseguire. Abbiamo ascoltato le richieste. Abbiamo, poi, cercato cartoni o motivi significativi per le scritte che riportavano. Chissà cosa ci ha guidato, ma siamo state fortunate nella scelta.

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Un cartone parziale

Segnalo il cartone parziale, scelto perché riportava in alto la scritta: qui continua la Laura.

Figura1

Volevamo mettere in evidenza – anche se è già noto a molti – che, per ragioni di grandezza del manufatto o di difficoltà, molti merletti erano fatti a pezzi, e da mani diverse anche se vicine nella tecnica di esecuzione.
Ci siamo chieste cosa mai poteva esserci nella restante parte del disegno e, incredibilmente, avevamo la risposta a portata di mano. Nella cartellina dei motivi, da studiare e poi mettere in rete, qualcuno di noi aveva infilato anche un angolino proprio "bello pieno" come, in effetti, erano, una volta, alcune produzione di aemilia ars. L'angolino era proprio il disegno completo e ci ha fatto capire che la parte difficile era la parte centrale dove, tra i fiori, c'erano due minuscoli uccellini.

Figura2


 

La tovaglia Kensington.
Tra i tanti cartoni, ad un certo punto, nella ricerca di qualcosa di particolare, abbiamo trovato alcuni pacchettini di disegni, tutti uguali tra loro, dal colore viola pallido, legati  insieme, proprio come un pacchetto,  da un filo.
Ecco – dice Luisa – questo è ciclostile!
Già, il ciclostile. E chi se lo ricordava più! In epoca di fotocopiatrici perfette e veloci, ci siamo dimenticate delle prime volte in cui abbiamo avuto bisogno di avere tante copie di qualcosa. Per Luisa, documenti d'ufficio. Per me, copia di esercizi da dare agli studenti. Per l'Aemilia Ars, molti anni prima di noi, c'era spesso la necessità di avere tanti cartoni tutti uguali.

Devo aver letto, da qualche parte, che l'Aemilia Ars acquistò un ciclostile, già nel 1906. Chissà se anche la Scuola del Sacro Cuore aveva questa portentosa macchinetta, oppure usufruiva dei disegni che venivano dall'Aemilia Ars !
Riportiamo due disegni. Uno è un semplice disegno geometrico. L'altro... l'altro ci aveva colpito per la frase: 38 così. Il cartone, però, era tutto sciupato, il disegno quasi illeggibile. Stavamo per scartarlo. Ma poi, ecco che mi arriva la segnalazione che nel blog:

in data domenica 22 gennaio 2012, Silvia Gardiol scrive sull'aemilia ars e riporta la foto di un manufatto originale di proprietà di Elisabetta (Lella) Saccani, la sua maestra (vedi, nel blog, il 29 maggio 2011).
Ad una prima occhiata il manufatto mi era piaciuto proprio per il gioco del merletto e del ricamo in oro. L'oro era ancora così brillante, i ricami bellissimi, con varie tecniche. Ecco il punto reale, ecco un bel cordoncino, ed ecco un ricamo a nodini, in rilievo: quasi una scuola di lavoro. I merletti, anche se ben eseguiti, non mi avevano particolarmente colpito: era la composizione ad essere notevole.

La composizione e i decori furono usati dall'aemilia ars almeno altre due volte:

Figura3Figura4

Nel libro Merletti e Ricami dell'Aemilia Ars, 1929, a cura dell' Aemilia Ars (che allora era Società Anonima Cooperativa), la Figura 3 è la Tavola XXIV, e, nelle spiegazioni, porta il n. 147.


Si legge, nella parte dedicata alle note:
« Fregio copiato da una tovaglia che si conserva al Kensington Museum, ricamata in oro su tela bianca. L'abbiamo riprodotta in refe, ma lo stesso disegno riamato in oro si vede alla tav. LXXIX, sullo sfondo del letto.»

Sul libro, quindi, si vede il bell'effetto del bianco su bianco. Nel blog di Silvia, si può ammirare il ricamo in oro che, stampato in bianco e nero, nella Tavola LXXIX, non dava proprio l'idea di tutta la sua bellezza.
Nella parte dedicata alle note, n. 336, si legge:

 

« Nel letto antico furono disposte, secondo l'uso antico (vedi stampe di Abraham Bosse), le bandinelle copiate da un esemplare posseduto dalla Contessa Cavazza. La testata del letto è copiata da un bordo antico che trovasi al Kensington Museum, ricamata come quello in oro, e il traforo in refe bianco a punto ago. Per un particolare vedi Tav. XXIV. Questo letto fu all'Esposizione di Torino, dove, insieme con altri lavori esposti ebbe la medaglia d'oro; fu venduto in America. »

La testata del letto, pur essendo ricamata nello stesso modo è diversa dal manufatto che ha pubblicato Silvia. Quante realizzazioni furono fatte ?
Colpisce, nella sua semplicità, la bellezza del copriletto e delle tende d'angolo, dove ci sono tanti tanti merlettini che sono stati eseguiti sullo stesso disegno ciclostilato che abbiamo riportato. Un piccolo decoro, un grande risultato.

Si capisce, a questo punto, perché ce ne volessero almeno 38 ! Probabilmente il lavoro fu distribuito a varie merlettaie.

Figura5

 

 

 

Quanto si può sapere da un cartone sciupato, con un disegno ciclostilato che stavamo per non prendere in nessuna considerazione !

 

 

 

 


 

La tovaglia Errera
Se si va alle Collezioni Comunali d'Arte, a Bologna, nella saletta dedicata all'aemilia ars, tra alcuni pezzi di campionario fa bella mostra di sé una "prova" di ricamo. Dire "prova" è proprio riduttivo.

Figura6

Figura7

 

Il motivo in diagonale è ben riconoscibile: una foto della tovaglia originale (del XVI secolo) era stata pubblicata nel libro di Elisa Ricci, Trine ad ago, nel 1908 e poi nel 1914 in una seconda edizione.

Nello stesso libro venne pubblicato, a parte, un particolare della frangia macramé.

 

Figura8

Figura9

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Due foto della esecuzione della tovaglia aprono, in Merletti e Ricami dell'Aemilia Ars, 1929, la parte seconda – copie fedeli da antichi esemplari – Tav. XX, n. 141, 142. E le note riportano:


« Tovaglia di m. 1,46 x 1, 14., copiata dall'antico, in tela bianca ricamata a reticello, punto reale, punto riccio e punto in aria. In luogo della frangia macramé ch'era nel modello, abbiamo messo un pizzo a tombolo. Proprietaria dell'antica tovaglia la Signora Errera Grassini, Venezia. »

 

 

Ci sono tristi destini che una tovaglia può far ricordare. Ricordiamo.

Nella Grassini era nata a Venezia nel 1874. La sua famiglia era di spicco nella comunità ebraica e nella società veneziana, per la posizione e le amicizie del padre. Molti siti web e libri si sono occupati della sorella minore, Margherita, più nota come Margherita Sarfatti, molto vicina a Mussolini nei primi decenni del '900.

Nel 1892 Nella sposò Paolo Errera di altra famosa famiglia veneziana, discendente da quell'Abramo che, nel 1848, aveva collaborato attivamente con Daniele Manin e, per qualche tempo, aveva dimorato nella Ca' D'oro. Alle nozze furono dedicati vari libretti tra cui, molto adatto, quello offerto da Cesare Musatti, La luna di miele nei canti del popolo veneziano,  che raccoglieva 12 composizioni.

La vita di Paolo (nato nel 1861) e Nella trascorreva tra Venezia e la Villa di Mirano di cui Paolo fu sindaco dal 1895 al 1920.
Tutti e due venivano da famiglie sensibili all'arte e ad altre cose belle: la tovaglia fra queste. L'Aemilia Ars ebbe in mano quella tovaglia per interessamento di Elisa Ricci, che, avendo sposato in prime nozze Alberto Errera, aveva conservato l'affetto e l'amicizia dei parenti del primo marito.

Quando le conseguenze delle leggi razziali misero in pericolo la loro vita a Venezia, i coniugi Errera si rifugiarono nella casa di Mirano dove si sentivano al sicuro, in mezzo a persone che li conoscevano da anni, quasi una grande famiglia.
Poche righe, ne Il libro della memoria, di Liliana Picciotto Fargion, concludono la storia di Nella: Ultima residenza nota: Venezia. Arrestata a Mirano (VE) il 25.2.1944 da tedeschi. Detenuta a Venezia carcere. Fossoli campo. Deportata da Fossoli il 5.4.1944 a Auschwitz. Uccisa all'arrivo a Auschwitz il 10.4.1944. [Fonte 1a, convoglio 09]

Teo Ducci, nel libro Un tallèt ad Auschiwtz, 2000, fu testimone di quando Nella salì sul treno. Aveva in mano un salvacondotto firmato da Mussolini in persona ma non servì a nulla. In quel momento nulla sarebbe servito, ormai.

Le due piccole foto, di Nella e Paolo Errera, sono attaccate a semplici schede blu  tra I volti della memoria, raccolti dal CDEC

Figura10_GrassiniErreraNellaFigura11_ErreraPaolo

www.cdec.it

A Nella e Paolo Errera è dedicata, a Mirano, una piazza.
Noi guardiamo i disegni trovati, del merletto e del ricamo, pensiamo che sarebbe bello se, ancora, qualche manufatto si potesse ispirare a quei decori.
Una copia della tovaglia è conservata presso la Fondazione della Cassa di Risparmio e si può vedere in rete ( 2011/AeA/bcr001 - Tovaglia - Aemilia Ars ):

www.collezioni.genusbononiae.it

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